Un vortice. Se il Forum Europeo di Alpbach aveva inizialmente seguito una linea ordinata e rassicurante (un seminario la mattina, un seminario il pomeriggio, e così per una settimana), avvicinandosi a conclusione diventa ogni giorno più impegnativo. Coinvolgente. E travolgente.
L’incontro sulla sharia in Europa? Il laboratorio sui diritti umani nella catena produttiva? Il picnic sul prato a tu per tu con un importante economista, la rappresentazione teatrale, il concerto di musica balcanica? La passeggiata alla scoperta delle piante non autoctone? E perché non, invece, una delle dieci breakout session in contemporanea? E – si badi bene – è solo la mattina.
Sono bastati pochi giorni per rendercene conto: bisognava scegliere. Essere selettivi, senza seguire l’istinto – rassicurante ma irrealizzabile – di voler andare a tutto-dovunque-sempre. Ed ecco quindi che a colazione, tra un Filterkaffee insolitamente gradevole e fette di prosciutto servite dal buon Hannes, ci presentavamo con il programma cartaceo del Forum (l’app era stata ben presto abbandonata, appena ci eravamo accorti che non brillava di chiarezza).
Quattro righe di presentazione, l’elenco degli intervenienti, luogo e ora: la brochure non riportava altro. In base a questo bisognava scegliere dove andare, distinguere l’una attività dall’altra. Tenendo a mente due regole fondamentali. Non necessariamente la strada più saggia era partecipare alle iniziative negli ambiti che già si conoscono: raramente avrebbero portato a nuove scoperte. In generale, bisognava lasciarsi sorprendere: gli incontri più belli, i pensieri più destabilizzanti capitavano comunque quando non ce se li aspettava. «Quattordici altoatesini nel paese dei pensatori», aveva titolato – qualche giorno dopo il nostro arrivo – una testata locale. Sorvolando su qualche tendenza elitaria, Alpbach è, infatti, proprio questo: un luogo pieno di persone interessanti, ad ogni angolo e ad ogni momento del giorno (e della notte).
Cos’altro abbiamo imparato a distinguere?
Innanzitutto, la Volksschule dalla Hauptschule, i due istituti scolastici dove ha luogo parte consistente delle iniziative. Divisi non soltanto da mezzo chilometro di strada, bensì – soprattutto – da sessanta metri di dislivello. Non era una bella sorpresa, la mattina, ritrovarsi, all’ora giusta, nel posto sbagliato.
Dopodiché abbiamo imparato a distinguere i proclami elettorali dei due principali partiti austriaci, che affilano le armi in vista delle elezioni politiche di ottobre. Uno dice «Auguro a Lei e ai Suoi cari una bella estate»; l’altro, più semplicemente, «Buona estate!». Felix Austria!, se questi sono gli slogan su cui si svolge la campagna elettorale. Il Forum, una tradizionale vetrina per i politici austriaci (e non solo), in anno di elezioni non è chiaramente venuto meno a tale sua reputazione.
Abbiamo quindi ripassato le nostre conoscenze geografiche: a fianco di austriaci, (pochi) germanici e italiani (del nord-est), numerosi erano i partecipanti dai Balcani, dagli Stati dell’est Europa e, in generale, dalle terre che stanno a levante del continente. Per chi, come l’autore di queste righe, è solitamente abituato a interfacciarsi con germanici, francesi, spagnoli e britannici, è stata una piacevole novità.
Infine, abbiamo imparato – nel distinguere le iniziative del Forum – a bilanciare adeguatamente gli impegni, combinando attività e momenti di riposo e ricercando, così, un nostro equilibrio. Come tale ultimo concetto differisca da persona a persona l’ha tuttavia dimostrato icasticamente una notte di qualche giorno fa, quando nella cucina della Haus Barbara si è incontrato – alle 3:50 – chi si preparava un caffè per affrontare la scalata notturna alla Gratlspitze e chi, invece, appena tornato dalla movida alpbachiana, dedicava la propria attenzione a bevande dal tono alcolico ben differente.
Del resto è anche – c’è chi dice: soprattutto – la varietà di noi quattordici partecipanti del Club Alpbach Südtirol Alto Adige ad aver reso l’esperienza così avvolgente, ricca, ispirante. Una dimostrazione che il metodo di selezione usato – una selezione anonima da parte di esperti esterni, un’eccezione nel panorama dei club che offrono borse di studio per Alpbach – ha funzionato bene. Non soltanto perché stiamo stati scelti noi; ma anche in quanto ne è scaturito un gruppo eterogeneo e appassionato, con percorsi di studio, formazione, lavoro, diversi e affascinanti. Ad accompagnarci in queste due settimane, presenti ma sempre con rispettoso tatto e sincero entusiasmo, i membri del direttivo del Club. (Un po’ ruffiano? No! Sono sincero!)
«Cosa rimarrà?», risuona spesso la domanda in questi ultimi giorni. Sul balcone, ammirando il sole che tramonta avvolgendo la valle di Alpbach di colori fiabeschi, tutti diventano più melanconici, riflessivi, introversi. Non so. Forse serve tempo, per capire cosa davvero porteremo con noi di questa esperienza, cosa rimarrà dei tanti incontri, dei dibattiti appassionati, dei visi amici e dei dialoghi senza fine.
Una cosa, però, a pensarci, già si delinea. Le esperienze del Forum, più che presentarci soluzioni, ci hanno aiutato a riconoscere tante nuove domande, problemi, punti critici. Dagli interrogativi etici sull’aspetto dei robot all’etica del vino, dalle dimensioni infinite dell’universo alla controversa utilità dell’infinità di enti che si occupano di diritti umani, da ogni incontro tornavamo a casa con nuovi dubbi – proprio là, dove pensavamo non ce ne fossero! Ecco, forse è questo ciò che porto con me. «Creatività è saper trovare la soluzione ai problemi che ci circondano – ci avevano ammonito in occasione di un laboratorio – ma, per trovare la soluzione, dobbiamo prima accorgerci dei problemi». Proprio così. Il Forum ci ha fatto scoprire tanti nuovi problemi. Semplicemente, dovunque.
Domenico Rosani